Roma, a Villa Torlonia riecheggia la voce di Benito Mussolini. L’artista Nasan Tur progetta una mostra per le stanze e il bunker del Duce
Una mostra per il Duce è scritto da Helga Marsala | venerdì, 26 giugno 2015 (Articolo preso e qui riportato da artribune.com)
La storia è nota. La splendida villa di via Nomentana, che appartenne alla famiglia Pamphilj, poi ai Colonna e infine, nell’800, ai Torlonia, negli anni Venti del secolo scorso divenne residenza ufficiale di Benito Mussolini, che vi si trasferì con moglie e figli tra il 1925 e il 1943. A invitare il Duce fu il principe Giovanni Torlonia Junior, contraccambiato con l’affitto simbolico di una lira: il padrone di casa si trasferì alla Casina delle Civette mentre gli ospiti eccellenti presero possesso del Casino Nobile. Nei sotterranei, là dove furono ritrovate delle catacombe ebraiche del terzo e del quarto secolo, Mussolini e Torlonia costruiscono un rifugio contro i bombardamenti.
Oggi, in questo luogo denso di memoria – nel 1978 acquisito dal Comune e tramutato in parco pubblico – l’artista tedesco Nasan Tur presenta un nuovo progetto, concepito proprio sulle tracce degli echi e delle storie intercettate in loco.
L’idea nacque nel 2014, nel corso di una residenza romana: l’artista trascorse lunghi periodi nella Villa, lasciandosi rapire dalla bellezza dei giardini e degli ambienti sontuosi, ma soprattutto dalle fitte stratificazioni di senso, di voci, di vicende tragiche e di relazioni.
Ne è nato “L’ombra della luce”, progetto site specific pensato per il piano terra, il primo piano e il bunker del Casino Nobile. Curata da Pierpaolo Pancotto, la mostra rivela una natura squisitamente sonora, concentrandosi intorno alle registrazioni di alcuni discorsi del Duce. Quanto e come agiscono sulle masse timbro vocale, intonazione, espressione, comunicazione di soggetti con personalità magnetiche? Da qui parte Nasan Tur, che interessato allo studio delle figure carismatiche e agli aspetti salenti della retorica politica, trasforma il contenuto di preziosi nastri in sequenze sonore. L’antica dimora mussoliniana diventa così uno spazio multimediale, tra performance musicali, video e installazioni audio.
– Helga Marsala-