IL MENSILE “STORIA IN RETE” PUBBLICA UN NUOVO DIARIO DI MUSSOLINI. LE ANTICIPAZIONI
26 giugno 2015, Micaela Del Monte (articolo sul Nuovo Diario di Mussolini preso e riportato da intelligonews.it)
Sfiduciato, depresso e consapevole della fine. Un uomo amareggiato, preoccupato e pieno di rimpianti. Un dittatore che soffre per la fine della guerra, ma soprattutto per come questa ha fatto il suo corso. Sfoghi e parole dure contro Rommel, Roosvelt, Churchill ma soprattutto Hitler.
Parole di consapevolezza e smarrimento allo stesso tempo. Un’immagine un po’ più umana di un uomo che ha fatto il bene e il peggio per il suo Paese.
È questo quello che emerge da quello che può essere un nuovo diario mussoliniano i cui estratti verranno pubblicati sabato dal mensile “Storia in Rete” di Fabio Andriola e che IntelligoNews ha avuto in anteprima. Il documento, mai emerso fino ad oggi, è di proprietà di un collezionista svizzero che non ha chiesto alcun corrispettivo per la consultazione e la parziale pubblicazione di questo diario autografo che traccia un profilo diverso e introspettivo di Benito Mussolini.
Non a caso le ultime parole di questo diario, datate 31 dicembre 1942, parlano della fine, del baratro, del vuoto: “Sotto di me si è aperto un precipizio” scriveva, conscio forse che quelli sarebbero stati gli ultimi momenti da uomo libero ma vuoto.
Il lungo articolo il direttore di “Storia in Rete” tratta le vicende di questa agenda anche in relazione al celebre caso di falsificazione scoperto a Vercelli nell’agosto del ’57 quando due donne (Amalia e Rosetta Pavesi) vennero trovate in possesso di numerosi documenti attribuiti a Mussolini. Documenti falsificati dalle due donne a scopo di lucro ma che poi si verificarono “copiati” da documenti originali consegnati loro da Paolo Zerbino, allora ministro degli Interni della Rsi e uomo di fiducia di Mussolini.
Grazie a quest’ultimo ritrovamento è stato possibile confrontare le stesse giornate delle due agende e la sorpresa è stata che molti testi sono sostanzialmente identici. I testi copiati dalle Pavesi sarebbero dunque derivanti proprio da quest’ultimo diario. La differenza sta nella grafia con cui sono state redatte le due agende: quello in possesso delle due donne è troncato in alcuni punti poiché le parole da scrivere erano maggiori dello spazio a disposizione e questo perché il modo di scrivere (o meglio copiare) delle due donne, o degli eventuali tipografi, era più ampia e allungata rispetto all’originale di Mussolini decisamente più minuta e serrata.
Le similitudini fanno dunque pensare che del Diario 1942 sono esistite due versioni: o i Panvini fecero due copie, cosa improbabile e rischiosa nel caso di vendita a due diversi acquirenti, o esistevano degli originali. Tesi questa che rende assolutamente credibile la possibilità che questo ultimo ritrovamento sia stato scritto direttamente dalla penna di Benito Mussolini. Le Pavini avrebbero quindi copiato da un originale capitato per caso in loro possesso, così si evince anche da una lettera scritta da Amalia ad un’amica nel settembre del 1975: “Egli però non dice tutto (…) dal possedere noi una cosa di cui nessun altro può pensare di avere il possesso. Di avere una ricchezza che potrebbe sconvolgere la mente a tanti. Ed io onestamente quando seppi il valore di quel materiale corsi a dirglielo fiduciosa e serena…”.
Parole queste che sembrano provenire da chi si rende conto di avere tra le mani una ricchezza e non di chi sembra averla creata ex novo. Insomma, quella finita tra le nostre mani potrebbe essere un’eredità enorme e forse anche uno dei pochi veri diari personali di Mussolini in nostro possesso.
Nel numero di “Storia in Rete” di fine luglio verranno pubblicati altri stralci del Diario inedito del ’42 assieme al commento di alcuni esperti.