Dopo Tsipras tocca all'”Alba Dorata” L’estrema destra greca cresce e punta al potere
Alba Dorata. In un momento in cui la Grecia è sotto i riflettori di tutto il mondo i media internazionali sono concentrati sugli effetti che l’esito del referendum potrebbe avere sulla politica europea. Meno attenzione è stata posta alle possibili conseguenze per la politica interna della Grecia. Un paese in cui stanno prendendo sempre più piede i gruppi ultra-nazionalisti che, grazie alle loro posizioni anti-europeiste e alle difficoltà incontrate da Tsipras, potrebbero ottenere il sostegno di grandi fette di elettorato.
Alba Dorata, terzo partito del paese che esprime 17 parlamentari e definito dalla stampa nazionale come neo-nazista, è stato l’unico oltre a Syriza che all’interno del parlamento a votare a favore dell’approvazione del referendum proposto dal governo. I media ellenici hanno lanciato l’allarme quando immediatamente dopo è stato scarcerato Ilias Kasidiaris, il portavoce che da un anno era in prigione in attesa di processo per banda armata. Secondo i giornali la sua liberazione sarebbe una concessione fatta dal governo Tsipras ad Alba Dorata in cambio del suo sostegno alla causa del No.
Vicini al segretario di Alba Dorata Nikolaos Michaloliakos, Kasidaris viene descritto come uno dei dirigenti più carismatici e più amati dai giovani. Nel 2012 passò alle cronache per avere picchiato in diretta un’avversaria politica durante un talk-show televisivo . Fatto che destò molto scandalo ma che non gli impedì di venir eletto all’interno del parlamento greco con un record di preferenze. Intervistato dall’Espresso il giorno dopo la sua liberazione Kasidaris si dice pronto a riprendere il suo ruolo per approfittare dell’instabilità del Paese e del suo premier oltre che dell’astio della popolazione verso la Ue. L’obiettivo è di fare diventare Alba Dorata il primo partito nazionale combattendo i suoi grandi nemici: “la globalizzazione, l’oligarchia finanziaria, le multinazionali, le banche, la Ue, l’ateismo, i matrimoni gay, l’ invasione straniera, l’islamizzazione, la Turchia”.
In molti dicono che in caso di vittoria del Si Tsipras si indebolirebbe e voi vi rafforzerete molto. E’ vero?
Sicuramente Alba Dorata aumenterebbe i propri consensi, perché siamo l’unico partito che in Grecia sia rimasto sempre coerente. Tutti gli altri hanno cambiato posizioni: la Nuova Democrazia, che è l’ex partito di maggioranza che era conservatore e ora è totalmente appiattito alla troika; il Pasok che è un finto partito socialista filo europeo; anche Syriza, che solo in questi ultimi giorni ha cambiato più volte atteggiamento nei confronti dei creditori. Al contrario Alba Dorata ha sempre sostenuto le stesse posizioni, nonostante le persecuzioni politiche e andando avanti così sempre più greci stanno capendo che siamo gli unici di cui ci si può fidare.
Alba Dorata e Syriza sono gli unici partiti ad essere per il no al referendum. Può essere l’inizio di nuove collaborazioni?
E’ piu probabile che il governo italiano collabori con gli jihadisti dell’IS che Alba Dorata con Syriza. Syriza è un partito di traditori che fa parte di questo sistema corrotto e la sua ideologia miserabile è pericolosa per la nazione. Non c’è nessuna differenza tra Tsipras e chi lo ha preceduto al governo e non a caso tutti i partiti sono ostili ad Alba Dorata allo stesso modo. Basta guardare la nostra storia giudiziaria. Il partito che governava prima, la Nuova Democrazia, ha organizzato un complotto contro di noi e Syriza l’ha sostenuto con tutte le sue forze, votando per togliere immunità ai nostri parlamentari senza che vi fosse alcuna base legale per farlo. La conseguenza di questa mancata osservanza delle leggi ha portato alla mia carcerazione. Sono il primo cittadino al mondo che è stato carcerato per possesso d’ armi da caccia, perché avevo in casa un fucile regolarmente denunciato alla polizia.
La stampa greca ha scritto che la sua scarcerazione sia una concessione di Tsipras per avervi dalla sua parte in questi giorni difficili.
E’ falso. Ero in carcere senza motivo e sono stato liberato esattamente 12 mesi dopo perché la legge dice che per stare di più in carcere servirebbe una documentazione specifica. E’ una totale coincidenza che ciò sia avvenuto in concomitanza del referendum.
Se come dice Alba Dorata è destinata ad avere sempre più consenso vi serve un programma alternativo a quello di Syriza. Come vi sareste comportati durante le trattative con i creditori?
Fin da subito il mio partito ha criticato il modo in cui Tsipras e Varoufakis trattavano. O meglio facevano finta di trattare, quando in realtà sono andati in giro per l’Europa a farsi prendere in giro mettendo la Grecia in una posizione ancora peggiore di prima. Avrebbero dovuto progettare misure drastiche all’interno del paese invece di andare fuori a farsi ricattare.
Siete dunque favorevoli all’uscita dall’eurozona?
Non come primo obiettivo. Uscire immediatamente dall’euro, come forse avverrà dopo il referendum, farebbe patire la fame ancora di più al nostro popolo. L’uscita della Grecia dall’euro non è l’obiettivo immediato del mio partito. Il ritorno alla moneta nazionale si basa su una produzione primaria forte che in questo momento il Paese non possiede. Le prime misure che adotteremmo sarebbero volte alla ricostruzione della produzione del Paese, contro lo sfruttamento delle fonti di ricchezza. Soprattutto il petrolio e il gas naturale che si trova nella nostra terra.
Qualora domenica vincesse il no la Grecia si troverebbe ancora più isolata a livello nazionale. Alba Dorata ha degli alleati internazionali con cui cerchereste di spezzare l’isolamento?
Siamo disposti a collaborare con tutti i partiti e movimenti nazionalisti d’Europa. Vogliamo collaborare con chiunque abbia problemi in comune da risolvere e rifondare insieme l’Europa delle nazioni e delle tradizioni. Per quanto riguarda l’Italia, per esempio, abbiamo rapporti politici con la Lega Nord, con cui collaboriamo all’interno del parlamento europeo basandoci su posizioni che abbiamo in comune.
Che sono?
La lotta a favore della la sovranità nazionale e popolare e il contrasto all’invasione straniera, all’islamizzazione e all’ingresso della Turchia in Europa.
Articolo a cura di DI LUCA STEINMANN de “L’espresso”