Dal Pd una legge inutile: il saluto romano non è reato, lo ha già stabilito la Cassazione

Ago 20 2017
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Roma, 4 lug – Non serve la legge. Emanuele Fiano, deputato Pd promotore di un disegno di legge finalizzato a sanzionare con la condanna fino due anni di reclusione chi fa il saluto romano, forse non sa che la Cassazione ha stabilito con sentenza 7 giugno 2017 l’insussistenza di ipotesi di reato nel compiere tale gesto. In questo modo la Cassazione ha fatto cadere definitivamente le accuse contro sette persone responsabili di avere messo in pratica “manifestazioni fasciste” vietate in occasione di un evento a Milano in occasione della commemorazione di Enrico Pedenovi, consigliere provinciale del Msi- Dn, di Carlo Borsani, militante della Repubblica Sociale Italiana, di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù.

Chi come il sottoscritto ha partecipato a quelle commemorazioni sa infatti che le manifestazioni, certamente di carattere fascista e con una indubbia simbologia fascista (il saluto romano, la chiamata del presente e l’uso della croce celtica) sono esclusivamente rivolte ai defunti, in segno di omaggio e umana pietà e non hanno alcuna finalità di restaurazione fascista; inoltre, il corteo si svolge sempre secondo modalità ordinate e rispettose, in assoluto silenzio, senza alcun accenno a comportamenti aggressivi, minacciosi o violenti nei confronti dei presenti, senza armi o altri strumenti e senza riferimenti a lotte o rivendicazioni politiche (limitandosi lo striscione in testa al corteo a rendere “onore ai camerati caduti”).

Circostanze, tutte, che portano ad escludere che manifestazioni come quelle che si tiene annualmente a Milano o come quella tenutasi il 29 aprile scorso al Campo X del cimitero di Musocco, siano in grado di suggestionare concretamente le folle inducendo negli astanti sentimenti nostalgici in cui ravvisare un serio pericolo di riorganizzazione del partito fascista. Questa valutazione è stata fatta propria prima dal GUP di Milano e poi dalla Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dal PM. Insomma il rito del presente ed il saluto romano sono leciti e non violano alcun diritto: quel che la legge reprime sono i gesti idonei a determinare il pericolo di ricostruzione di organizzazioni fasciste.

(link al testo integrale della sentenza della Corte Suprema di Cassazione)

Gino M.D. Arnone (Avvocato)


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